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  • Maria Antonietta Nardone

Pamir incantato

Ho avuto il desiderio e la fortuna di vedere le catene montuose più imponenti che svettano in questa terra: dall’Himalaya al Karakorum, dal Tien Shan al Kunlun (tanto per rimanere in Asia). Mi mancava il Pamir. Il famoso, leggendario Pamir. Ho così provveduto a colmare questa lacuna. Eccomi così in Tajikistan ad attraversare valli, passi e guadi con una jeep 4X4 rossa che io e i miei compagni di viaggio non dimenticheremo. La bellezza si svela a poco a poco fino a splendere inequivocabilmente. Davanti ai nostri occhi si aprono la valle di Vanj, e poi la meravigliosa valle di Bartang, con le sue montagne scabre dalle infinite sfumature di ocra che cingono oasi verdi di campi coltivati e pioppi; si arriva a Jalang guadando un impetuoso fiume Bartang e si dorme nella yurta dei pastori khirgisi, intenti chi a mungere le dri, le femmine degli yak, chi a prendere acqua dal ruscello, chi a cucinare zuppe. La vastità di questi spazi mi penetra fino al midollo. Il tramonto che ravviva i costoni delle montagne è uno spettacolo impagabile che si fissa nella mia memoria senza fatica. Scavallando l’Ak-Baital Pass (4655 m.) i ghiacciai delle vette sembrano a portata di mano tanto sono vicini. Da Murghab alla valle di Madiyan, inattesi prati di fiori lillà colpiscono la nostra attenzione. E il turchese del Rangkul lake e più ancora del Karakul lake ci lasciano lì in contemplativa osservazione (zanzare a parte). Sulla nota strada M41, valicando il Kyzyl-Art Pass, si entra in Kyrgyzstan. Si procede verso il Tulparkul lake dove un camp di yurte ci ospiterà per la notte. Da un lato i laghi, dall’altro il Lenin Peak (7134 m.) che le nuvole della sera si divertono a nascondere. Ma il giorno successivo, all’alba, il picco Lenin si profila netto ed in tutto il suo immacolato biancore. Non riesco proprio a staccare gli occhi da tanto splendore.


I tagiki sono una popolazione gentile, sorridente, ospitalissima. Non c’è stato incontro in cui non ci abbiano invitato a casa a bere del tè, verde o nero, pane, marmellata di albicocche, yogurt e biscotti secchi. Quelli che vivono in queste remote regioni alpine coltivano i loro campi di patate, di grano, di segale a mano. No, dico: a mano. Con il disfacimento dell’Unione Sovietica, persi tutti i macchinari, i tagiki sono stati costretti a reimparare la coltivazione a mano delle loro terre. Di tanto in tanto qualche trattore arrugginito o qualche UAZ di fabbricazione sovietica spunta come un cimelio di archeologia industriale. Più spesso, però, i tagiki ne hanno fatto un riuso creativo: un view-point che protegge dal freddo, una barriera antimacchine, un deposito di utensili o di cibo.


Ho intitolato questo pezzo Pamir incantato. Ma non è un incanto mieloso. È un incanto duro, aspro, roccioso come le sue montagne. È un incanto coriaceo. Come la sua gente, che segue i ritmi della stagione fredda e della stagione calda, conducendo una vita come sospesa in un tempo che nella testa di noi europei si chiama passato; una gente a cui va tutta la mia ammirazione.


I want to thank Nas, all the drivers (included, of course, our wonderful Amredin) and the travel assistant for their skill, patience and cheerfulness. And thanks a lot for the volleyball games (even if I have to say I should have preferred to challenge you under a basketball backboard than under a volleyball net!).



Yurta di pastori khirghisi (Jalang (4050 m.) - Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Yurta di pastori khirghisi (Jalang (4050 m.) - Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)


Uno scorcio Bartang valley (Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Uno scorcio della Bartang valley (Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Mungitura della dri, la femmina dello yak (Jalang (4050 m.) - Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Mungitura della dri, la femmina dello yak (Jalang (4050 m.) - Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Andando verso l'Ak-Baital pass (4655 m.) sulla Pamir Highway (Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Andando verso l'Ak-Baital pass (4655 m.) sulla Pamir Highway (Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)


Capofamiglia khirghiso (Jalang - Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Capofamiglia khirghiso (Jalang - Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Ghiacciaio del Muzkol peak (6128 m.) (Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Ghiacciaio del Muzkol peak (6128 m.) (Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)


Rangkul lake (Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Rangkul lake (Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Karakul (Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Karakul (Tajikistan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Il Lenin peak (7134 m.) da Tulparkul (Kyrgyzstan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Il Lenin peak (7134 m.) da Tulparkul (Kyrgyzstan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Il Lenin peak (7134 m.) all’alba (Tulparkul - Kyrgyzstan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

Il Lenin peak (7134 m.) all’alba (Tulparkul - Kyrgyzstan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

I laghi di Tulparkul (3540 m.) e il Lenin peak (7134 m.) (Kyrgyzstan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

I laghi di Tulparkul (3540 m.) e il Lenin peak (7134 m.) (Kyrgyzstan – Tajikistan e Kyrgyzstan, luglio/agosto 2018)

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